sabato 9 maggio 2015

Storia delle religioni: Sant'Ambrogio e il cristianesimo a Milano

Edificato nel I secolo e demolito nel IV, l'Anfiteatro di Milano (all'epoca Mediolànum "luogo in mezzo alla piana") sorgeva aldilà della cinta muraria che proteggeva la città.
Con una capienza di oltre 20 000 posti, il suo declino può essere considerato il simbolo del cambiamento culturale che investì Milano e non solo nei primi secoli dopo Cristo.
In quel periodo, infatti, prendeva sempre più piede il cristianesimo, e, i giochi dei gladiatori e delle belve rievocavano invece alla tradizione precedente, dunque ormai pagana.

Una volta demolito, l'area nella quale era collocato fu urbanizzata e le pietre restanti furono utilizzate per edificare alcune costruzioni: la più rilevante è la tutt'oggi esistente Basilica di San Lorenzo, ubicata in quella che era la zona periferica della cittadina, in prossimità delle mura capeggiate dalla Porta Ticinese.
Essa, fu voluta fortemente, in quanto divenne la sede di ritrovo degli Ariani, considerati eretici al primo concilio di Nicea (325) e cacciati pubblicamente da Ambrogio (sempre IV secolo). Ed è proprio del contemporaneo patrono milanese fatto poi santo che si concentra il tema odierno.

Resti dell'anfiteatro romano di Milano.
- Ciò che resta di una tribuna dell'Anfiteatro di Milano, un tempo il terzo in Italia come capacità dopo il Colosseo (in media 60 000 persone) e l'Anfiteatro di Capua (40 000). Oltre ad essere funto da cava per la costruzione della Basilica di San Lorenzo, venne definitivamente demolito dai barbari durante la guerra gotica (535-553).

Prima però, bisogna capire chi fossero gli Ariani e cosa c'entrino con la storia di oggi, nel senso letterale. Gli Ariani erano e sono i seguaci del pensiero teologico e cristologico elaborato dal berbero Ario (256-336), secondo il quale la figura del Cristo (quindi del Figlio) va scissa da quella di Dio (il Padre) e non è per alcuna ragione compatibile. Ciò logicamente va contro il dogma della trinità, e per questo, gli Ariani sono considerati miscredenti.

In pieno centro meneghino sorgeva il Battistero di San Giovanni alle Fonti, oggi presente in parte sotto la cripta del Duomo.
Dalla forma ottagonale, con quattro nicchie rettangolari ad accogliere altrettante entrate; coperto da una volta ornata da mosaici in pasta vitrea; guarnito alla base da zoccolature in marmo e intinto da affreschi, al centro, ospitava il fulcro del suo stesso senso: la vasca battesimale.
Qui il neofita, ossia colui che si accingeva a ricevere il sacramento del battesimo, si spogliava; veniva quindi unto di olio e veniva poi immerso con adagio nella vasca, profonda sui 100cm, per tre volte, come simbolo della compartecipazione alla morte di Cristo.
Al suo interno furono battezzati illustri personaggi, oggi considerati e considerabili Padri della Chiesa: è il 387 quando per esempio Ambrogio presiede la cerimonia battesimale di un Sant'Agostino ventitreenne.

I resti del battistero
- I resti del Battistero sotto il Duomo. Un tempo si trovava collocato tra la Basilica di Santa Maria Maggiore (chiamata anche basilica vetus) e la Basilica di Santa Tecla, ancora visibile agli inizi del secolo scorso, finché, prima i bombardamenti della guerra, e poi i lavori per la metropolitana attuati negli anni Sessanta, durante il "boom economico", non la fecero sparire del tutto.

Aurelio Ambrogio (poi sant'Ambrogio) è un senatore aristocratico appartenente alla gens Aurelia, che viene chiamato per fare da intermediatore a una delicata situazione venutasi a creare. Il suo predecessore - come vescovo della città - è Aussenzio, un convinto seguace dell'arianesimo. Egli viene messo alla cattedra dall'imperatore Costanzo II (317-361) e durante il suo incarico - durato diciannove anni - ha raccolto un cospicuo numero di sostenitori.
Milano si trova dunque spaccata e contesa: da una parte vi sono i cristiani fedeli a quanto stabilito nel primo concilio niceno, dall'altra, i sostenitori della teologia ariana. E per il momento l'imperatore - nel frattempo cambiato cinque volte - Teodosio (347-395) preferisce temporeggiare.
Ambrogio, che di primo impatto è contrario all'idea di diventare vescovo, diviene un grande urbanista, ampliando la città secondo un accurato criterio simbolico. Ne è da esempio la costruzione di quattro basiliche orientate a formare una croce, esse sono: la Basilica degli Apostoli, quella di San Simpliciano, San Dionigi - demolita dagli austriaci nel 1783 - e la Basilica dei Martiri, divenuta poi di Sant'Ambrogio quando il vescovo, morto, venne quivi sepolto.
Questo però in un primo momento non basta per sedare il malcontento e la lotta con gli Ariani, ma è proprio nelle numerose costruzioni ordiate che Ambrogio, grazie a un'intuizione, trova successivamente la chiave per il suo intento. In uno scavo vengono infatti rinvenuti due corpi: si tratta di Gervasio e Protasio, due martiri gemelli, tradizionalmente ricondotti ai figli di san Vitale e santa Valeria. Diffusasi la notizia, a Mediolànum è festa grande; i dubbiosi si schierano col metropolita appoggiando l'ortodossia di Nicea (oggi Iznik, in Turchia), e gli Ariani, ormai in netta minoranza, sono costretti ad alzare bandiera bianca.  

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- Lo stendardo vescovile usato da Aussenzio (?-374), predecessore di Ambrogio, originario della Cappadocia: una regione dell'Anatolia centro orientale. Egli si avvicinò al pensiero ariano leggendo il trattato teologico "Codex Argenteus" del compaesano goto Ulfila (311-388).

Testa in marmo raffigurante Costanzo II e proveniente dalla Siria.
- Testa marmorea di provenienza siriana raffigurante Costanzo II (317-361). Egli nacque in Pannonia, regione riconducibile tra l'attuale Ungheria occidentale e la Dalmazia, e come abbiamo visto fu un deciso sostenitore del cristianesimo ariano.



- Busto di Teodosio (347-395). L'imperatore - chiamato "il Grande" - fu l'ultimo a regnare sull'Impero Romano unificato, ed è considerato santo dalle chiese d'oriente.


- Interno della Basilica degli Apostoli, nel più nuovo complesso basilicale di San Nazaro in Brolo.

Facciata
- Basilica di San Simpliciano.


- La facciata a capanna e il campanile della Basilica di Sant'Ambrogio, ex Basilica dei Martiri.


I due corpi, alla morte di Ambrogio, vengono sepolti accanto a lui, uno a destra, l'altro a sinistra, e ciò aumenta nei decenni successivi il culto sacrale e vetusto verso le reliquie dei santi: considerati testimoni diretti dell'esistenza di Cristo e della fede ancora più del Cristo stesso.


- I corpi di (da destra a sinistra) Protasio, Ambrogio e Gervasio nella cripta.

Mosaico di Sant'Ambrogio di Milano nel sacello di San Vittore (378 ca.) annesso alla  Basilica del Santo, probabile ritratto del vescovo.
- Mosaico raffigurante il patrono milanese, della cappella di San Vittore, nella basilica che porta il suo nome.

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