sabato 11 aprile 2015

Geografia: l'Asia

                       

Da come avrete visto dal titolo ho scelto di iniziare col continente più grande fra i sei della Terra, nonché il più ricco sotto l'aspetto naturale, culturale e paesaggistico.

L'Asia occupa infatti circa il 30% delle terre emerse ed è la culla di antiche civiltà sviluppatesi in vari dislocamenti che, col tempo, si sono rese predominanti, al punto che al giorno d'oggi vengono denominate e catalogate in due grandi rami. Quello occidentale e quello orientale.

Il termine viene usato per la prima volta dallo storico Greco Erodoto (484 a.C-425 a.C), nel periodo delle guerre persiane, quando per "Asia" (in greco antico Ἀσία) si usava indicare l'Anatolia occidentale (la terra abitata dagli Hatti). Dunque quelle terre che erano state principalmente colonie della Magna Grecia, e che si estendevano dalla Tracia alla Caria; comprendendo così anche quella che fu la città natia di Erodoto, ossia Alicarnasso.

Quello asiatico è certamente un continente, seppur in modo lento e graduale, in costante cambiamento geologico. Le continue interazioni fra la placca Euroasiatica e le placche Oceaniche dell'Indiano e del Pacifico, rendono infatti la parte sud-orientale una zona fortemente instabile e sismica. Tant'è che l'Indonesia è la regione con il maggior numero di vulcani attivi e non nel mondo, ed è stata anche scenario della più grande eruzione mai registrata negli annali della storia: quella del vulcano dell'isola di Rakata, il Krakatoa. Nel 1883.


Dalla grande taiga siberiana dal clima boreale, percorreremo le vette montuose più alte del mondo, ci spingeremo a sud, nelle cicliche regioni isolane e dei monsoni. Andremo quindi nell'estremo ovest dell'Asia, in quello che per l'Europa è il secco e stepposo Medio Oriente. Ci inoltreremo in deserti, laghi, praterie, zone nascoste e luoghi ricchi di spiritualità e tradizioni millenarie dove talvolta la natura, e quindi la geografia, si unisce all'uomo in modo tanto armonico da venire sacralizzata, mentre altre volte viene totalmente depredata della sua vera identità.


Vedremo come quella asiatica si un'immensa regione raggruppante diverse etnie in continuo contatto fra loro; da questi incontri talvolta sono nate alleanze e crogioli che portarono a prosperi scambi economici e culturali, altre volte vi furono violenti guerre succedute da sanguinose rivoluzioni.


Ognuno di questi popoli aveva ed ha un suo idioma contraddistinto. Vi sono quindi diversi ceppi e identità, la quali vanno:


Dalle lingue indoeuropee (come il gruppo slavo parlato nella Russia centrale, il gruppo iranico parlato nell'Altopiano iranico, quello armeno parlato in Armenia e in Azerbaijan e quello indo-iranico diffuso nell'Altopiano dell'Anadyr', affacciato sul mare di Bering), a quelle uraliche (suddivise in ugrico, finnico e samoiedo, tutte espresse in Asia settentrionale). Da quelle sino-tibetane (il cinese e il il mia-yao, parlati in Cina, quindi il thai, il vietnamita e il tibeto-birmaco) ai gruppi malaio-polinesiani (Indonesia e Filippine), per arrivare al gruppo semitico (diffuso nella Penisola Arabica). Ci sarà allora la famiglia mon-khmer (parlata prevalentemente in Vietnam, Cambogia e Laos), il dravico (espresso in India meridionale, nello Sri Lanka settentrionale, in Pakistan e in Nepal), le lingue indoarie (praticate nel centro e nel nord dell'India e nelle zone periferiche), le lingue munda (parlate in alcune zone dell'India orientale e centrale, nonché in Nepal e Bangladesh), le ceppo caucasico (che è solo uno, ovvero il gruppo cartvelico, parlato principalmente in Georgia, ma anche in altre regioni minoritarie di Iran, Turchia, Russia e Israele), il Buriato (Mongolia e parte della Russia), l'Ainu (solo in Mongolia), il Giapponese e infine il misterioso Coreano.


Le lingua propria più diffusa invece è il cinese mandarino, parlato da più di 885 milioni di persone fra Cina, Taiwan, Malesia e Singapore.

Secondo troviamo l'Hindi, un dialetto indiano, parlato da 457 milioni di persone.
Segue distaccato con quasi 190 milioni il bengali, lingua indoaria, parlata in India e in Bangladesh.
Quarto è il Giapponese con 125 milioni di parlanti.
Quinto l'Arabo, del gruppo semitico, (nota: parlato in Asia. Escludendo dunque le regioni africane) con quasi 100 milioni.
Seguono quindi con quasi 80 milioni, il Coreano, il cinese Wu, variante del mandarino, parlato specialmente nella grande regione orientale dello Jiangsu. E via via tutte le altre.



Il cristianesimo, l'islamismo, il giudaismo, l'hinduismo e il buddhismo. Sono queste le religioni più importanti del mondo, in quanto a seguiti e influenza politico-sociale. Tutte nate in Asia.

Sempre in Asia sono sorte altre importanti religioni come il mazdeismo (credo dal quale hanno attinto le tre grandi religioni d'occidente), il jainismo (basato sugli insegnamenti di Mahavira) e il sikhismo.
Vi sono inoltre diversi credi sincretici, ovvero che mescolano tra loro dottrine o insegnamenti di altre religioni; fra tutti, spiccano lo shintoismo e il più moderno caodaismo. 


Prima di darci appuntamento per entrare nel dettaglio delle nazioni, che vedremo a partire dalla prossima puntata in ordine alfabetico, osserviamo con l'aiuto delle fotografie alcuni dei paesaggi e luoghi più belli e famosi di questo continente:



Vulcano Kronosty (Russia)





- La penisola della Kamchatka è situata nell'estremità orientale della Russia ed è una vasta regione per l'appunto peninsulare nella quale sorgono oltre cento vulcani. In questa immagine, è ritratto il Kronosty, o Kronotskaya, alto 3528m. Altre due cime lo affiancano, e sono quelle gemelle del Krasheninnikov, alte 1856m, visibili in lontananza sulla destra. Una pianura infine lo separa da quello che è il lago Kronotskoye.



Coltivazioni nel deserto (Arabia Saudita)



- Questa immagine ritrae una zona del deserto a sud della città di Riyad, nella quale si riesce a coltivare grazie a un sistema d'irrigazione circolare, girevole e logicamente artificiale che distribuisce l'acqua a mo di compasso, permettendo a questa di non disperdersi ed evaporare.


Monte Ararat (Turchia)

Il monte Ararat visto da Yerevan, capitale della Repubblica d'Armenia

- L'Ararat è un vulcano quiescente situato nell'estremo versante orientale della Turchia, al confine con l'Armenia, e più a sud-est con Azerbaijan e Iran. Con i suoi 5169m è la vetta più alta del Paese. Il massiccio è composto da un altro cono vulcanico più basso, chiamato per l'appunto Piccolo Ararat, alto 3928m.
Secondo il mito e la tradizione guidaica, e quindi successivamente cristiana e islamica, è come abbiamo visto nell'apposita rubrica "Studio letterale della Bibbia" il luogo nel quale si arenò l'arca di Noè e della sua famiglia una volta ritiratesi le acque del diluvio.
Sebbene in tempi storici non si siano riscontrate eruzioni, la zona circostante è pressoché disabitata a causa delle violenti scosse dei terremoti e della forte siccità.
Questa fotografia è stata scattata dal versante armeno.


Monte Everest (Cina/Nepal)

Il monte Everest, parete sud-ovest

- L'Everest, con i suoi 8848m, è il tetto del mondo. Si trova nella catena montuosa dell'Himalaya al confine tra Cina e Nepal e deve il suo nome europeo al geografo inglese George Everest (1790-1866). Uno dei suoi due nomi originali è invece "madre dell'universo", in cinese tradizionale "Zhumulangma" (珠穆朗瑪峰) mentre in tibetano "Chomolungma". L'altro, è in nepalese ed è "dio del cielo"; "Sagaramāthā" (in sanscrito सगरमाथा).


- Monte Pinatubo (Filippine)

Il vulcano durante l'enorme eruzione del 1991

- All'inizio degli anni Novanta si verificò una delle più funeste eruzioni del XX secolo. Dopo cinquecento anni di pausa, per due mesi, il vulcano Pinatubo - nel nord delle Filippine - eruttò infatti ceneri e lapilli che raggiunsero i 15 000m di altezza nell'atmosfera e i 3m di deposito una volta ricaduti al suolo.
L'ultima eruzione avvenuta fu di portate nettamente inferiori rispetto alla prima e si verificò due anni dopo.
Questa immagine è stata scattata agli inizi di giugno del 1991.


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