giovedì 2 aprile 2015

Società: la storia dell'algebra


                     

Era il 1545 quando Girolamo Cardano (1501-1575/1576), matematico, medico, filosofo e astrologo italiano rinascimentale, finì nel terminare dopo due anni di lavoro l' "Artis magnae sive de Regulis Algebraicis", nota universalmente come Ars Magna. All'epoca, si pensava che l’algebra fosse stata ideata e messa in pratica da Muhammad ibn Mūsā al-Khwārizmī (in persiano antico محمد خوارزمی, letteralmente da tradurre in "Maometto figlio di Mosè di Corasmia"), collega Persiano dell'Italiano, nato con molta probabilità nell'attuale Uzbekistan, precisamente nell'attuale regione del Khorezm appunto, tra l'VIII e il IX secolo.

Pochi anni dopo, però, Rafael Bombelli (1526-1572), ingegnere e matematico nativo bolognese, ritrovò i manuali aritmetici di Diofanto; matematico Greco vissuto tra il III e il IX secolo, e assieme a un tale Antonio Maria Pazzi tradusse, analizzò, risolse e trattò l'equazioni e gli studi dell'ellenico in quelli che furono i suoi successivi volumi divulgativi.     

Si dovette allora constatare che l’algebra fosse nata almeno cinque secoli prima dell'al-Khwārizmī. Scrivo almeno, poiché non è finita qui. Successive indagini e ritrovamenti storici, infatti, dimostrarono come la nascita di questo importante ramo della matematica si articolasse in diversi studiosi di diverse epoche arcaiche: dal Greco Erone di Alessandria (10-70), forse ad Archimede (287-212 a.C.), al matematico Timarida di Paro (forse VI secolo a. C.), dubbioso il periodo anche per quel che riguarda l'hindù Apastampa. Quindi certamente il papiro egizio di Rhind (risalente tra il XIX e il XVII secolo a. C.) e alle contemporanee tavolette Babilonesi. Al-Khuwarizmi era stato infine preceduto anche dai matematici Indiani Āryabhaṭa (in sanscrito आर्यभट) (476-550) e soprattutto Brahmagupta (in hindi e in nepalese ब्रह्मगुप्त) (598-668).





- dipinto di Brahmagupta, il quale motto era: "Come il sole eclissa le stelle con la sua lucentezza, così l’uomo di cultura eclisserà la fama degli altri nelle assemblee del popolo se proporrà problemi algebrici e ancor più se li risolverà".




- Girolamo Cardano. "È meglio tacere cento cose che andrebbero dette piuttosto che dirne una sola che meriterebbe di essere taciuta." - disse egli.





- Muhammad di al-Khwārizmī.




- Rafael Bondelli.





- miniatura di Diofanto.




- video tratto da "Atlantide" de "la 7" sulla vita e la visionaria inventiva di Erone di Alessandria.




- papiro di Rhind, dai visibili disegni affiancati alle corrispettive formule algebriche, aritmetiche e geometriche. Il suo nome è dato da Henry Rhind, antiquario scozzese che nel 1858 lo acquistò ad un'asta a Luxor, nell'Alto Egitto. Precedentemente era noto come "il papiro di Ahmes", dal nome dello scriba che lo trascrisse nel XVII secolo a.C., quindi a 100-300 anni dalla sua redazione tutt'oggi a noi di firma ignota.
Lungo più di 3m e largo circa 30cm, è esposto dal 1865 al Brooklyn Museum di New York. 




- statua di Aryabhata. Egli, nel suo "Aryabhatiya" utilizza una numerazione senza lo zero, fornendo un'approssimazione del pi greco in 3, 1416 come confronto al canonico 3, 14159 26535....

Nessun commento:

Posta un commento