lunedì 9 febbraio 2015

Storia della Filosofia occidentale, Ep. 1 - An, il dio filosofo della Mesopotamia

Secoli prima di Talete e degli ultimi mistici Egizi, considerati i "padri" del pensiero che nel corso delle epoche si svilupperà in Occidente. Nell'antica Mesopotamia, durante l'apice dell'impero Sumero, quindi all'incirca III millenni prima di Cristo, un individuo predicava e insegnava ai suoi seguaci ciò che secoli dopo avrebbero dedotto e scoperto svariati filosofi e astronomi come gli antesignani Talete e Claudio Tolomeo (vissuto nel II secolo d.C.), appunto.
Iniziamo dunque da qui, una narrazione a tappe che analizzerà le varie correnti della filosofia Occidentale. Da colui che reputo il primo sapiente della storia conosciuta dell'uomo: Anum, scritto anche anche Anu nella lingua accadica, oppure An per i Sumeri. Agli intellettuali e filosofi dell'età moderna.

Prima che un colto, An, per i Sumeri era un dio. Secondo gli antichi miti di questo popolo, infatti, egli nacque dal mare primordiale assieme alla Terra (Ki) come un'unica entità chiamata appunto An-Ki. Fu poi un altro dio, da loro stessi formato, a separarli. Il suo nome era Enlil, il dio dei cieli e dell'atmosfera, ma questa è un'altra storia.

Dalle tavolette ritrovate, datate come scritto intorno al 3000 a.C, quindi più di cinquemila anni fa, e conservate per la maggior parte nel Museo di Stato di Berlino, si possono vedere, cogliere e leggere insegnamenti davvero interessanti. In modo particolare, oltre alle nozioni di vita, filosofiche e di culto, ciò che impartiva An ai suoi discepoli erano conoscenze prettamente di fisica quantistica e astronomia.

Infatti, analizzando attentamente il famoso e cosiddetto "sigillo VA/243", si vedono innanzitutto due individui in piedi che si tengono per mano (sono gli allievi), ed un individuo barbuto seduto s'una sorta di trono proporzionalmente più grande dei due, che come specificato nella scritture si tratta appunto di Anum. Egli spiega ai suoi allievi dunque l'astronomia; mentre sullo sfondo, tra le teste dei due, vi è disegnata la raffigurazione di quanto chiosato anche nei pittogrammi dal mestro. Ovvero un oggetto che sembrerebbe emanare dei raggi stilizzati, attorno al quale sono presenti a distanza disomogenea 11 altri piccoli punti di diverse grandezze. Secondo quanto tradotto, l'oggetto maggiore è il Sole, mentre gli altri sono i pianeti. Andiamo con ordine; già tale concetto pare per l'epoca rivoluzionario, in quanto, rappresenta la cosiddetta "teoria eliocentrica", ossia la tesi ai giorni nostri confermata, secondo la quale i pianeti e tutti gli altri corpi celesti del Sistema Solare ruotano attorno al Sole. Prendendo atto che tale conoscenza, secondo le fonti ufficiali, venne elaborata e proposta per la prima volta dal polacco Mikolaj Kopernik (italianizzato in Niccolò Copernico) solo nella prima parte del '500. Tutto ciò risulta assai misterioso e affascinante, oltre che contraddittorio. Ma siamo all'inizio.

Infatti, nei pittogrammi si fanno anche i nomi dei pianeti. I quali secondo le lezioni di Anu sono appunto 10 più l'undicesimo che sarebbe la Luna. Questi sarebbero gli 8 canonici da noi oggi conosciuti: Mercurio, Venere, Terra, (Luna), Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. A questi, vanno aggiunti altri due che il filosofo chiama, e in futuro i Sumeri chiameranno, Tiamàt e Nibìru.
Secondo la religione Sumera, Nibìru era il pianeta degli dei; nella loro lingua definiti col termine "Anunna", in accadico "Anunnaki", che letteralmente significa "progenie principesca", inteso sia nel senso di "regale" che nel senso di "iniziale". Secondo essi, Nibìru si scontrò col pianeta Tiamàt: da questa tremenda collisione "nacque" la Terra (come detto "Ki" in sumero) e Tiamàt si disintegrò in tante parti. Questo episodio è ben raccontato nel poema cosmogonico di Enùma Elish (Quando là in alto). Ma non è finita ancora.

Difatti, oltre a delucidare affettivamente come la Terra con la Luna e gli altri pianeti orbitino attorno al Sole; alla fine della racconto, si narra come il dio filosofo oltre a spiegare ai seguaci che quanto da egli detto fa parte dell'astronomia e della cosmologia; ciò, ha anche una valenza esistenziale, in quanto <<La stessa materia delle cose esiste per il medesimo principio>>. E in questo caso non può che venire in mente la struttura stessa dell'atomo, attorno al quale orbitano, proprio come nel caso dei pianeti: protoni, neutroni ed elettroni. E' interessante notare come la cultura sumerica ed altre culture come ad esempio quella hindù, considerassero e contemplassero (nel caso hindù accade tutt'oggi) l'esistenza e la materia come un'entità formata da tre parti. Nel caso della cultura hindù troviamo come manifestazioni del Brahman: Brahma (il Creatore), Vishnù (il Temporeggiatore) e Shiva (il Distruttore). E' quantomeno singolare che queste figure possano rispettivamente essere associate alla natura positiva, dunque "creatrice" del protone", a quella neutra e "temporeggiatrice" del neutrone e quella "distruttrice" e quindi negativa dell'elettrone. Ma questo è un approfondimento che tratteremo con più calma in futuro. Per quel che riguarda la trinità mesopotamica; secondo la religione essa era formata da: Anu, il dio/filosofo del quale oggi abbiamo parlato, da Ki, ovvero la Terra originariamente formatasi in simbiosi con Anu nel mare primordiale e da Enlil, il dio che avrebbe separato i due facendoli diventare individui distinti.

Aldilà delle supposizioni, delle teorie e degli scetticismi; ciò che è scritto in queste tavolette è lapalissiano, oggettivo e concreto. Se la natura di Anu fosse divina, umana, immaginaria o extraterrestre oggi questo poco importa. Ciò che importa è che colui che parlò col suo nome fu, secondo la storia ufficiale, il primo illuminato, filosofo e sapiente del mondo occidentale.




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