venerdì 6 marzo 2015

6 marzo, nasce Michelangelo Buonarroti








Che dire? che scrivere? Mi trovo francamente spiazzato nel raccontare la storia di uno dei più grandi geni che l'umanità abbia mai offerto. Pittore, architetto, scultore e poeta; ha incarnato nel modo più sublime la completezza dell'artista rinascimentale: uomo dotto e sapiente, che mette questa sua sapienza al servizio dell'estetica, comunicando attraverso  messaggi e simbolismi le esigenze e la storia dell'uomo, e attraverso la tecnica, quindi per mezzo della successiva contemplazione dell'opera, la sua sua gloria. Scontroso, libero da formalità, nemico della Chiesa e contro il governo nobiliare che lo ha cresciuto e allevato. Questo fu Michelangelo, a cui ho riservato un breve e giusto inizio aulico. Ora, vi racconto la sua storia:

Michelangelo Buonarroti nasce a Caprese Michelangelo, un paesello della Val Tiberina, vicino ad Arezzo, addentrato nel cuore della Toscana, il 6 marzo 1475.
La sua famiglia è in nobiltà decadente. Suo padre, Lodovico di Leonardo Buonarroti Simoni (1444-1534), è un  fiorentino, trasferitosi in quelle zone per svolgere la carica di podestà che esercita a Caprese, oltre che nel limitrofo comune di Chiusi. La madre si chiama Francesca di Neri del Miniato della Sera. 

Terminata la carica politica del padre la famiglia ritorna a vivere a Firenze, per la precisione a Settignano. Qui il piccolo Michelangelo impara le scienze e la grammatica sotto le istruzioni di un umanista di fiducia. Ma da subito dimostra una maggiore predisposizione alla creatività; cosicché nel 1487, dodicenne, approda nella bottega dell'artista fiorentino Domenico Bigordi "il Ghirlandaio" (1449-1494), spinto dal padre bisognoso di denaro. Qui inizia ad affinare gli strumenti dell'artista venendo influenzato da pittori quali Masaccio (1401-1428) e Giotto (1267-1337).
Nel medesimo tempo frequenta, sempre in Firenze, il cosiddetto giardino di san Marco; un vecchio giardino nel quale all'epoca grazie al sostentamento economico di Lorenzo de Medici (1449-1492) gli artisti si riunivano in un'accademia all'aperto. Qui impara la tecnica della scultura, sotto la guida di Bertoldo di Giovanni (1420-1491). Il quale fu a suo tempo allievo di Donatello. In un luogo così prestigioso della città il suo precoce talento non può che entusiasmare il mecenate Lorenzo che lo invita così di persona nella sua residenza. Qui incrementa il suo bagaglio culturale conoscendo i più sapienti personaggi del periodo in tutti i campi.

Nel 1492 Lorenzo muore lasciando un clima di grande tensione. A questo punto nel 1494 Michelangelo, senza dimora, decide di fuggire. Prima una toccata e fuga a Venezia, dunque va a Bologna. Ivi completa l'Arca di san Domenico, il monumento sepolcrale dell'omonima basilica. Altri lavori scultorei che lo occupano in un anno sono: il san Sepolcro , l'angelo che regge il candelabro, il san Procolo e il completamento del San Petronio, tutti nella Basilica di san Domenico. Nella città emiliana conosce le opere di Jacopo della Quercia (1374-1438); un altro tassello importante.


Angelo reggicandelabro    - l'angelo che regge il candelabro.



A questo punto l'artista fiorentino diviene noto, tant'è che il cardinale Jean de Bilhères lo sceglie per farsi costruire la tomba, commissionandogli quella che diverrà la sua prima opera riconosciuta universalmente: La Pietà. Nonché unica opera nella quale Michelangelo pone la propria firma. Il lavoro dura due anni, dal 1497 al 1499. Anno nel quale il prelato muore.
Resta a Roma per altri due anni, nei quali il Vaticano gli dà altri compiti che egli esegue. Alcune non è certo che siano opere sue, altre sono andate perse. Quella che è certa è la Deposizione di Cristo nel sepolcro, un dipinto a tempera di media grandezza.


Pietà del vaticano   - La Pietà.





Finito il lavoro decide di tornare a casa, ma lungo il tragitto fa scalo a Siena, ove realizza 15 statue in marmo dell'Altare Piccolomini, nel Duomo della città.



  - l'altare Piccolomini, nel Duomo di Siena.


Torna quindi a Firenze, realizzando il primo capolavoro assoluto della vita, nonostante il materiale che aveva a disposizione fosse già stato lavorato: il David. Una statua in marmo alta più di cinque metri che ritrae appunto David, secondo re del Regno di Giuda e Israele.

Seguono opere di ovvia minoranza artistica rispetto al David quali; la Madonna col bambino (1502), il Tondo Pitti (1504, circa.), il Tondo Taddei (1505, circa) e l'opera incompiuta del San Matteo (1507).
Pochi anni prima, nel periodo del Tondo Pitti, gli viene offerto di affrescare una parete del Consiglio di Palazzo Vecchio. Egli fa solo la bozza su cartone, l'opera verrà compiuta da Bastiano da Sangallo, nel 1542 e raffigura la così chiamata Battaglia della Cascina.

E' il 1505 quando papa Giulio II (1443-1513) in persona gli affida il compito di realizzare la sua sepoltura monumentale, un mausoleo monumentale terminato nel 1544 poiché Michelangelo entrerà in conflitto col papa e le varie gerarchie. Famoso per la statua del Mosè "cornuto" risalente al 1514 circa.


David   - il David.



Battaglia di Cascina   - la Battaglia della Cascina, terminata nel 1544 da Bastiano da Sangallo (1481-1551).



Mosè  - la statua di Mosè, nel complesso sepolcrale di Papa Giulio II.


Nonostante il pessimo rapporto personale, Giulio II deve riconoscere la qualità delle opere offerte dall'artista fiorentino, e decide così di fargli ridecorare la volta della Cappella Sistina (costruita tra il 1475 e il 1481). L'opera che si articola in quattro anni è grandiosa, sublime, spiazzante. Raffigura i più importanti episodi del libro giudaico-cristiano della Genesi con diversi riferimenti a simbolismi esoterici (che ora non ho davvero il tempo materiale di condividere con voi.) Il più celebre fra questi è la Creazione di Adamo, dove l'indice di Dio sfiora l'indice del terrestre volando in un velo rosso accompagnato da diversi individui che rappresenta l'anatomia del cervello umano.

L'anno dopo aver terminato la volta della Cappella Sistina, muore Giulio II e sale alla cattedra di vescovo di Roma Giovanni di Lorenzo de'Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo, che prende il nome di Leone X. Il quale nel 1520 decide di affidare a Michelangelo la creazione di una gigantesca cappella funebre famigliare; la Sagrestia Nuova. La quale verrà terminata quattordici anni dopo, nel 1534.





 - la Creazione di Adamo.



 

- la Sagrestia Nuova.



Nel 1528, dopo i postumi del Sacco di Roma, inizia a lavorare anche per il governo repubblicano, portando a fine l'opera marmorea che raffigura Ercole e Caco. Nello stesso anno viene incaricato a progettare disegni di fortificazioni di mura per le possibili imminenti invasioni.

Negli anni '30 si riconcilia in parte con la Chiesa, almeno per quelli che sono i rapporti formali e di lavoro quando il papa è Clemente VII. Può terminare la Sagrestia Nuova, e in precedenza scolpire il David-Apollo. Progetta allorché la biblioteca e la Tribuna delle reliquie della chiesa di San Lorenzo, a Firenze.

Torna quindi in Vaticano, (c'è un ennesimo papa: Paolo III), per lavorare nuovamente nulla Cappella Sistina. E' il 1534 quando inizia a decorare la parete di fondo con le immagini del Giudizio Universale e sarà il 1541 quando la finirà. Stesso anno del compimento di un'altra opera, in questo caso un disegno su carta gessata, quale la Crocifissione per Vittoria Colonna.

Ercole e Caco   - Ercole e Caco, davanti a Palazzo Vecchio, a Firenze.





David-Apollo     - la scultura del David-Apollo.





Giudizio universale


 - l'affresco del Giudizio Universale.



A questo punto iniziamo a entrare nella fase finale della vita di Michelangelo, il quale inizia ad allontanarsi progressivamente dalla pittura e dalla scultura senza però perdere la creatività. Nel 1542 si avvia a realizzare le sue ultime opere pittoriche: La conversione di Saulo, finita nel 1545, e il martirio di San Pietro, 1549, circa. Entrambi nella Cappella Paolina.

Dopo una serie di opere incompiute, nel 1550, Buonarroti termina con successo il completamento della facciata che dà sul cortile di Palazzo Farnese, a Roma.
Intorno al 1555 finisce due sculture di grande valore artistico, specie la prima: la Pietà Bandini e la Pietà Rondanini, ultima opera in assoluto.
Nel 1560, ottantacinquenne, progetta la Porta Pia, una delle principali porte delle mura aureliane. L'ultimo lavoro di rilievo Buonarroti lo compie l'anno seguente, attraverso il restauro della basilica romana di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.




- La conversione di Saulo. Saulo, ovvero Paolo da Tarso, è l'uomo barbuto accasciato al suolo scosso dal raggio che Dio ad egli emana.


Crocifissione di san Pietro


- il martirio, o Crocifissione, di san Pietro.



Palais Farnese.jpg    - la facciata di Palazzo Farnese.



Pietà Bandini 


- l'opera della Pietà Bandini, conservata nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze.


Pietà Rondanini


- la Pietà Rondanini, oggi conservata nel Palazzo Sforzesco di Milano, è l'ultima opera del Maestro, infatti:



Michelangelo si spegne a Roma il 18 febbraio 1564 all'età di 88 anni. Nei giorni seguenti il suo feretro venne portato nella sua Firenze, dove nella Basilica di Santa Croce vennero date le doverose esequie a colui che fu, è, e sarà uno dei più grandi, geniali e rilevanti artisti della storia.






Per gli amanti dell'arte o semplici appassionati: non temiate. Quella di oggi è stata un'analisi sulla vita di Michelangelo; in futuro analizzeremo alcune sue opere con cura. E' logico che in una biografia non possa inglobare e allo stesso momento spiegare nel dettaglio i suoi lavori.

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