lunedì 23 marzo 2015

Cultura: la storia di "Mike", il pollo senza testa


Era una tarda mattinata del 10 settembre 1945, a Fruita, centro di 6000 anime situato nell'estremo ovest del Colorado, Stati Uniti, quando un contadino di nome Lloyd Olsen uscì di casa, per andare nel pollame e accaparrarsi quella che sarebbe dovuta essere la sua cena.

Prese così un'accetta affilata e con un colpo netto staccò la testa a uno dei pennuti. Questi, però, non morì. Anzi, iniziò a gironzolare freneticamente lungo il reticolo, quindi, dopo un po' si tranquillizzò, e riprese con moderazione la sua vita da gallo, raspando il terreno!
La mattina seguente, Olsen, credendo che fosse ormai morto dissanguato, tornò nel pollame per prendere l'uccello, ma ne uscì ancora a mani vuote, e soprattutto incredulo.
L'animale infatti era ancora vivo, e dormiva tranquillamente assieme ai suoi colleghi come se nulla fosse. Solo che a lui mancava la testa.

Il contadino decise allora che siccome il pollo era tanto determinato a vivere, egli, avrebbe dovuto prendersene cura. Lo battezzò così Mike - che divenne "il pollo senza testa"; in inglese <Mike the headless chicken> - e cominciò a somministrargli col contagocce acqua mista a grano inalata direttamente nell'esofago.
A questo punto Olsen portò il pollo nell'Università del vicino stato dello Utah dove si riuscì a studiare e capire come potesse biologicamente un animale vivere senza testa.

La risposta che gli esperti dattero fu che il pollo "Mike" rimase in vita poiché il taglio praticato dal contadino Olsen non aveva reciso la vena giugulare, e siccome gran parte dell'encefalo di un gallo si trova nel bulbo, quindi nella parte inferiore (quello che in anatomia è chiamato mielencefalo) dell'encefalo, la quale era rimasta attaccata al corpo (assieme a un orecchio), Mike poté vivere. E lo fece per ben 18 mesi!
In questo anno e mezzo infatti visse come qualsiasi esemplare mobilitato, ingrassando oltretutto di quasi 3 Kg e riuscendo anche ad emettere stridenti gorgoglii.
Tutto ciò fu possibile per mezzo dello stesso Lloyd, che con una siringa trovò il modo di aspirare gli accumuli mucosi nella laringe, cosicché questi non lo soffocassero.

Un giorno si dimenticò la siringa da qualche parte, in quanto girava di città in città per esibire il suo pollo in pubblico come fenomeno da baraccone al fine racimolare pietosamente qualche gruzzolo, e tutto finì. "Mike" morì nella notte soffocato; ma di questo esemplare, dopo quasi settant'anni rimane innanzitutto un'incredibile e surreale vicenda, ma soprattutto un forte esempio e segnale a non mollare mai. Anche per questo abbiamo scelto di raccontare la storia di "Mike", il pollo senza testa che "morì" due volte.





                                

                         - Olsen mentre versa nell'esofago di "Mike" la mistura di acqua e grano.




                                         

(La testa è artificiale. Infatti, quella vera fu data in pasto a un gatto la sera stessa della decapitazione.)

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