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lunedì 16 marzo 2015
Storia delle Religioni: il Paganesimo, cosa significa?
Il termine paganesimo è spesso usato erroneamente, senza quantificazione di studio e di approfondimento, con superficialità, ottusità, nonché in modo abusivo e pretestuoso.
Cos'è il paganesimo?
In prima bozza quando si pensa a un religione pagana, viene in mente una religione, un credo, o una setta, opposta a quelle che sono le basi del principio dogmatico, esegetico, teologico, ideologico e interpretativo della Bibbia ebraica e/o cristiana. Dunque una religione, setta o credo politeista, magari panteista, che contempli l'adorazione di idoli e così via.
Ebbene, il paganesimo non è di per sé una qualsiasi religione opposta al concetto di Unità o di monoteismo (che per di più non troviamo in nessun testo sacro della Terra, inteso come rapporto diretto fra il divino e l'uomo), ma la liturgia presente al tempo dell'Impero Romano, che, secondo il "culto del momento", in contrapposizione, diventa pagana.
Per intenderci: al tempo di Nerone, la famosa "Bestia dell'Apocalisse" di Giovanni, il cristianesimo era un rito pagano; tant'è che il primo simbolismo cristiano attinge molto, se non tutto, da filosofie "pagane" come potevano essere la pre-israelita cananea, quella fenicia, o quella "filo"-egizia (vedremo con calma.)
Con l'avvento di Costantino, trecento anni dopo, la religione romana; ovvero una rivisitazione nei nomi e nella forma, ma non nella sostanza di quella che era la religione greca, diventa pagana per lasciar posto al cristianesimo, religione di stato, in questo caso "d'Impero".
Per cui pagano è un vocabolo, un aggettivo, che inizia a esistere concretamente dal I secolo d.C. e non si riferisce a una religione che realizza il culto degli idoli o di più dèi, ma una religione che è in contrasto con la presa di posizione politica e della maggioranza del Sistema. Trascende dunque, in modo terra terra i contenuti o la dottrina.
Il termine pagano è quindi un termine più che desueto, specialmente se consideriamo di vivere nell'Europa del XXI secolo, la quale costituzione, è fra le altre cose, incentrata sulla libertà assoluta di culto di qualsiasi religione. E neppure "neo-pagano" può riportare nell'attualità una parola intrisa ormai di arcaico.
Per quanto riguarda il discorso sugli idoli e l'idolatria, sotto questo aspetto solo l'ebraismo in parte e il islam si "salverebbero".
Basti infatti vedere le miriadi di piccoli tempi, rosari, statuette e fotografie di santi e madonne usate a messe, feste, o ad apparizioni "speciali". Tutti comportamenti che vanno contro i principi della Legge imposta dal dio che li stessi adorano.
Io dunque da labile e modesto ma non troppo appassionato di storia di religioni, mi sento offeso a nome di tutti coloro che non sono cristiani, jahweisti o in certi casi islamisti, ogni volta che sento associare a qualsiasi credo che non contempli giusta l'ermeneutica della Torah degli Ebrei il termine pagano. E per giunta sorrido.
Da un punto di vista di studio, quindi scientifico e umanistico, la religione greca, prendo questa perché a partire dai consigli di Nicea diventa il paganesimo per eccellenza e antonomasia, ha la medesima legittimità di rispetto e di analisi di quella ebraica, cristiana, piuttosto che musulmana. Se poi si vuole fare i teologi o i fanatici; benissimo, apritevi un vostro blog, forum, o quel che volete e fate i teologi o i fanatici. Ma storicamente, antropologicamente e direi anche con un pizzico di onestà e libertà intellettuale, Zeus che si manifesta in cigno per persuadere con la sua eleganza una bella donna e Jahvè che compare a Mosè sotto forma di roveto ardente (che poi andremo bene a vedere molto prossimamente nella rubrica "Studio letterale della Bibbia", quando tratteremo il secondo libro dell'Esodo, come non si tratti in realtà di un roveto ardente) hanno la stessa valenza (tra l'altro il cigno è anche più bello, ndr).
- Statua del dio Zeus per i Greci, Giove per i Romani.
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